Dal Piano provinciale SC al piano interprovinciale

Il percorso di elaborazione del piano provinciale è partito a giugno 2008 attraverso la costituzione di un apposito gruppo di lavoro formato dai referenti degli enti del coordinamento, in un’ottica di condivisione e valorizzazione delle esperienze, con l’obiettivo di analizzare il sistema di servizio civile nel territorio della provincia di Modena e di innalzare la qualità dei progetti e delle azioni che vengono realizzati.

Il piano provinciale è stato adottato come strumento di confronto e di coordinamento all’interno dei bandi di progettazione regionali dal 2011: è il documento di programmazione delle attività degli enti di servizio civile condivise in ambito Co.pr.e.s.c., rappresenta la “fotografia provinciale del servizio civile” e “lo strumento attraverso cui vengono evidenziati i punti di forza e le debolezze del sistema provinciale nei diversi ambiti di intervento: progettazione, formazione, sensibilizzazione, promozione, accreditamento, ecc”, anche in relazione alla distribuzione dei posti, alla concentrazione di domande, alle necessità prioritarie della comunità per le quali il servizio civile può risultare una proposta d’intervento adeguata, ecc..

Ha tra i suoi obiettivi prioritari quello di “contribuire alla crescita della qualità dei progetti e delle azioni che vengono realizzate nel territorio provinciale, nonché ad orientare le attività del servizio civile, sia nazionale che regionale per stranieri/minori/anziani, all’interno del sistema provinciale” secondo criteri di trasparenza, efficacia ed efficienza, coinvolgendo tutti gli enti sia di livello nazionale che di livello regionale.

Vuole essere lo strumento di programmazione delle attività e degli interventi di servizio civile e ad esso faranno riferimento i progetti dei singoli enti e le co-progettazioni.

Il piano, che è elaborato seguendo lo schema predisposto dalla regione, risulta strutturato in tre parti: la prima contempla la mappa del valore del sc nella provincia, ovvero una focalizzazione di elementi emersi dal monitoraggio interno degli enti a livello distrettuale, condivisi con il Copresc nell’ambito dell’incontro del tavolo tecnico.

La seconda parte è costituita dagli obiettivi reciproci assunti col Copresc su monitoraggio, formazione e sensibilizzazione coordinata e congiunta.

La terza parte consiste nell’elenco degli enti progettanti, dei titoli dei progetti, delle sedi di attuazione degli stessi. in ultimo è inserito il protocollo d’intesa tra enti e Copresc stipulato anni fa, che sigla gli impegni reciproci.

È una mappatura del territorio sulla diffusione del servizio civile in ordine a enti, sedi, giovani richiedenti e giovani avviati, una sintesi delle attività con e per gli enti perseguite negli ultimi anni e ancora una programmazione dettagliata, divisa tra obiettivo generale e obiettivi specifici, delle attività congiunte che il coordinamento intende portare avanti. l’adesione a questo piano è funzionale alla progettazione annuale dei vari enti.

Dal settembre 2023 a seguito degli accordi congiunti con le provincie di Modena, Reggio Emilia, Ferrara e Bologna vengono convocati tavoli interprovinciali e l’obiettivo è di realizzare nel breve periodo un piano interprovinciale in cui fotografare le caratteristiche del Servizio Civile in questi territori, le connessioni, le criticità e le ricadute sociali sul territorio attraverso la mappa del valore interprovinciale

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